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giovedì 5 marzo 2015

L'udito dei giovani è a rischio.

Si celebra oggi la Giornata Mondiale dell’udito, l'"International Ear Care Day 2015", per sensibilizzare sulle condizioni spesso sottovalutate di sordità e ipoacusia che, congenite o acquisite, riguardano il 5% della popolazione mondiale, 360 milioni di persone, la metà dei quali sono casi che si sarebbero potuti prevenire.

Il fenomeno, in forte crescita negli anziani a causa dell’invecchiamento della popolazione, con le pesanti ricadute della sordità in termini personali e sociali. Tuttavia, a preoccupare è l’aumento registrato tra le fasce più giovani. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che oltre un miliardo di adolescenti e di giovani siano a rischio di sviluppare una perdita di udito a causa  di un uso non sicuro di cuffie per l’ascolto della musica e per l’esposizione a livelli dannosi di rumore nei luoghi di divertimento e intrattenimento come bar, pub o discoteche. A soffrire di danni permanenti all’udito sono già 43 milioni i giovani di età compresa tra i 12 e i 35 anni.

LE RACCOMANDAZIONI DELL’OMS.  
Eppure, avvertono dall’OMS, per impedire che un passatempo piacevole come l’ascolto della musica diventi pericoloso per la nostra salute è sufficiente adottare delle semplici accortezze. La parola d’ordine è tenere i decibel sotto controllo. Infatti, lettori mp3 e smartphones vengono utilizzati spesso ad un volume molto alto per lunghi periodi di tempo, quando invece non andrebbero superati i 60 minuti al giorno. Ascoltare la musica con le cuffiette ad un volume di 95 decibel anche solo per mezz’ora al giorno significa danneggiare irrimediabilmente l’udito nel giro di un paio d’anni. 

Più alto il volume, più rapida la comparsa del danno e la sua entità. E quindi i tempi di ascolto considerati sicuri variano con i decibel: otto ore a 85 decibel (il rumore nell’abitacolo di un’automobile), 2 ore e mezza a 90dB (metropolitana), 47 minuti a 95dB, un quarto d’ora a 100dB (treno in transito), 4 minuti a 105Db (un lettore mp3 con il volume al massimo), 28 secondi a 115dB (un concerto rock) e nove secondi a 120Db (una sirena). Se i limiti stabiliti per legge sulla rumorosità non vengono rispettati dai gestori dei locali, i consigli sono di mantenersi a distanza dalle casse. Inoltre, se non è possibile evitare l’esposizione al rumore in ambito lavorativo, andrebbe verificato il rispetto dei livelli di esposizione consentiti e andrebbero indossate delle protezioni acustiche, uso peraltro stabilito per legge.

PROTEGGERE L’UDITO.  
«I giovani dovrebbero essere consapevoli che, una volta perduto, l’udito non ritornerà mai più. Adottando delle semplici precauzioni permetterebbe alle persone di continuare a divertirsi senza mettere a rischio il proprio udito» ha detto Etienne Krug il direttore del dipartimento per il Dipartimento per la gestione delle malattie non trasmissibili, della disabilità, la violenza e la prevenzione degli infortuni dell’OMS nel lanciare la campagna  “Make Listening Safe” pensata proprio per attirare l’attenzione sui possibili rischi e le strategie per mantenere in buona salute funzionale il nostro udito.

LA VULNERABILITÀ DEI BAMBINI.  
I più vulnerabili sono i bambini, il cui deficit uditivo può essere molto invalidante anche per le conseguenze sui rapporti sociali e sul carattere del bambino. Nelle classi rumorose, i bambini possono avere delle difficoltà nell’apprendimento della lingua con delle conseguenze sulle prestazioni scolastiche e più in là con gli anni sull’istruzione e l’occupazione. «Vorremmo che si desse maggiore attenzione al problema dell'udito soprattutto nei bambini. Un semplice test eseguito alla nascita permetterebbe di ricorrere a un impianto cocleare, regalando al bambino una vita normale e uno sviluppo corretto», spiega Peter McGrath, che coordina la IAMP, una rete di 73 accademie mondiali di medicina impegnata nella promozione di buone pratiche di salute in tutto il mondo che ha preparato un documento articolato in cinque strategie che andrebbero adottate da parte dei governi, sottoscritto da oltre 40 accademie di medicina in tutto il mondo, inclusa l'Accademia Nazionale dei Lincei e che verrà presentato ai Ministeri della salute dei paesi firmatari.

LE ALTRE CAUSE DELLA SORDITA’  
Le cause dei problemi all’udito sono molte, oltre al rumore, condizioni genetiche, alcune malattie infettive, otiti croniche e anche l'invecchiamento. La grande percentuale di casi di sordità che si potrebbero evitare con la prevenzione suggerisce l’opportunità di organizzare programmi educativi nelle scuole e estendere al grande pubblico degli interventi di comunicazione e di sensibilizzazione. Per l’OMS, inoltre, governi e gestori dei locali hanno il dovere, rispettivamente, di redigere una rigorosa legislazione sul rumore e di rispettarla.   

Nicla Panciera, Decibel assordanti udito dei giovani a rischio, "La Stampa", 3-03-15.

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