Cerca nel blog

lunedì 19 maggio 2014

Biblioteche in rete.


Tutto lo scibile umano a portata di clic, in ogni momento, in ogni parte del mondo. Non è un sogno, ma è già realtà per gli iscritti alle tante biblioteche italiane che hanno scelto di sbarcare in versione digitale sulla piattaforma di prestito MediaLibraryOnLine . Nata nel 2009, non solo raccoglie tutte le pubblicazioni dei principali editori italiani – oltre 50mila titoli, compresa la rete di self-publishing di Simplicissimus Book Farm –, ma anche 8 milioni di mp3, 80 mila dischi e, ancora, audiolibri, video, quotidiani e riviste, banche dati e risorse per l’apprendimento delle lingue straniere.  

Purtroppo - e non è una novità - le biblioteche nel nostro Paese hanno un impatto molto basso. 
I numeri dell’Istat parlano chiaro: solo l’11 per cento della popolazione le frequenta con regolarità, contro una media nazionale che negli Stati Uniti sfiora il 70 per cento. “Abbiamo almeno dieci anni di ritardo rispetto al resto del mondo – spiega Giulio Blasi, amministratore delegato della società Horizons Unlimited, che gestisce il portale –, ma qualcosa sta finalmente cambiando. Lo dimostra la rapida crescita dei punti di prestito che hanno deciso di modernizzarsi e aprire, virtualmente, le porte ai propri lettori 2.0”. Sono già 3.900, infatti, sparsi in quindici regioni, ma anche nella Svizzera italiana e in altre città straniere, da Tokyo a Sydney. 

Accedere al servizio è semplice: basta essere tesserati in una delle biblioteche del circuito, che forniscono all’utente un account da cui poter scaricare libri musica o film su computer, tablet o e-reader. Le modalità di fruizione e restituzione cambiano a seconda dell’editore: alcuni applicano una protezione Drm che rende illeggibile l’e-book dopo 14 giorni, altri (circa 50) lo considerano un “dono digitale”, che è possibile conservare per sempre. Chiaramente, come in qualsiasi libreria fisica, le copie per il download non sono infinite, ma in numero limitato: nonostante esista anche un prestito interbibliotecario digitale, il servizio rimane comunque territoriale.  

“Questa piattaforma è un’opportunità straordinaria non tanto perché va a integrare lo sportello in modalità remota, ma soprattutto perché mette a disposizione una varietà di contenuti che una biblioteca normale non potrebbe offrire – ha continuato Blasi –. Non si tratta però di sostituirla, perché queste vecchie piazze del sapere restano ancora oggi fondamentali come spazio di incontro”.  

La nuova cultura fondata su interattività e partecipazione le obbliga però a mettersi al passo con i tempi. La digitalizzazione del nostro patrimonio è già iniziata da tempo, tuttavia resta ancora molto lavoro da fare. Mentre negli Stati Uniti la Digital Public Library ha appena compiuto un anno, anche in Italia fioriscono esempi virtuosi: dalla Biblioteca Vaticana a quella Nazionale Centrale di Firenze , che sta creando dei “magazzini digitali” per tutto ciò che nasce o viene reso virtuale, dalla Sapienza Digital Library dell’ateneo romano al Museo Galileo di Firenze, che ha raccolto nel progetto Galileotheka nove archivi visitabili singolarmente o in maniera integrata con le opere e la vita dello scienziato.  

“Il nostro obiettivo è riuscire a conservare, in maniera sostenibile, tutte le memorie per chi verrà dopo ma anche tutto quello che già vive nel mondo digitale”, ha sottolineato ancora Maurizio Vivarelli, professore associato di Bibliografia e Biblioteconomia all’Università di Torino. “Soprattutto, le parole d’ordine devono essere cooperazione – il punto più debole della cultura italiana – e condivisione di risorse. E poi bisogna puntare sui giovani, che hanno una dimestichezza naturale con le nuove tecnologie, e aiutarli a scoprire questa immensa ricchezza dell’Italia”.  

Elisa Barberis, Biblioteche digitali, la cultura a portata di clic, "La Stampa", 19-05-2014.

------------------------------------

Sotto, una serie di video sull'argomento:





 






1 commento:

  1. È un bene che la tecnologia non offra solamente distrazioni come videogames e social network.
    Le biblioteche sono strutture insostituibili, ma, almeno in Italia, hanno bisogno di essere accompagnate
    dalla loro controparte (e integrazione) digitale, che forse riuscirà in qualche modo a rilanciarle.
    In più, le persone con problematiche motorie con questo servizio possono condurre i loro studi da casa, il che è
    una salvezza, se si pensa al traffico e alle barriere architettoniche presenti in alcune città italiane.
    I libri digitali, anche se sicuramente sono meno graditi all'occhio di quelli cartacei, costituiscono anche un risparmio
    di materiale e permettono la sopravvivenza di un bel po' di alberi.
    In definitiva, considero l'intero progetto molto interessante. Speriamo che vada a buon fine.
    Frederyc Montesano - 1^ As

    RispondiElimina