Il governo della Svezia, composto da una coalizione fra Socialdemocratici e Verdi, ha proposto di reintrodurre il servizio militare obbligatorio che era stato abolito nel 2010. La proposta prevede che il processo di reclutamento cominci nel luglio del prossimo anno e che i nuovi militari siano pronti per l’inizio del 2018. Verrebbero chiamati alle armi i ragazzi nati a partire dal 1999, circa 4 mila ogni anno.
Il provvedimento deve ancora essere approvato dal parlamento. La proposta sarà sottoposta all’analisi di una serie di soggetti coinvolti, dalle organizzazioni degli imprenditori ai partiti di opposizione, per assicurare un ampio sostegno alla modifica. Quando questo processo sarà completato, entro la fine del gennaio 2017, i pareri di ciascuno saranno utilizzati per decidere come procedere, ha detto il ministro della Difesa Peter Hultqvist.
La scelta è dovuta in parte ai problemi nati dopo l’abolizione della leva obbligatoria e alla riduzione significativa dei reclutamenti volontari. Il governo svedese ha poi deciso negli ultimi mesi di aumentare gli investimenti in campo militare e di fare degli accordi di cooperazione per la difesa con Stati Uniti, Finlandia e Regno Unito. Infine ha deciso che, dopo diversi anni di assenza, i militari torneranno sull’isola di Gotland nel Mar Baltico prima del previsto: la prossima estate invece che nel 2018.
Il provvedimento deve ancora essere approvato dal parlamento. La proposta sarà sottoposta all’analisi di una serie di soggetti coinvolti, dalle organizzazioni degli imprenditori ai partiti di opposizione, per assicurare un ampio sostegno alla modifica. Quando questo processo sarà completato, entro la fine del gennaio 2017, i pareri di ciascuno saranno utilizzati per decidere come procedere, ha detto il ministro della Difesa Peter Hultqvist.
La scelta è dovuta in parte ai problemi nati dopo l’abolizione della leva obbligatoria e alla riduzione significativa dei reclutamenti volontari. Il governo svedese ha poi deciso negli ultimi mesi di aumentare gli investimenti in campo militare e di fare degli accordi di cooperazione per la difesa con Stati Uniti, Finlandia e Regno Unito. Infine ha deciso che, dopo diversi anni di assenza, i militari torneranno sull’isola di Gotland nel Mar Baltico prima del previsto: la prossima estate invece che nel 2018.
C’è poi la cosiddetta crisi dei rifugiati, nella cui gestione è stato coinvolto anche l’esercito svedese. La Svezia è da sempre uno dei paesi europei storicamente più accoglienti nei confronti di migranti e rifugiati, ma dalla fine del 2015 ha cambiato atteggiamento: dopo aver detto nel 2013 che avrebbe garantito ospitalità a tutti i richiedenti asilo siriani che fossero entrati nel proprio territorio – facendo sì che molti migranti percorressero la cosiddetta “rotta Balcanica” per fare richiesta di asilo in Svezia – le richieste di asilo ricevute sono state tantissime, se rapportate al numero di abitanti; il governo ha cominciato ad avere difficoltà nella gestione e ha introdotto nuovi controlli.
Gli osservatori dicono che questa nuova attenzione della Svezia per le forze armate è cominciata dopo il 2014, dopo cioè l’annessione da parte della Russia della Crimea, penisola che prima apparteneva all’Ucraina, e la recente aggressività del governo di Putin verso i paesi dell’Europa dell’est e del nord. Negli ultimi tempi alcuni giornali locali hanno parlato anche di una “minaccia russa” tenuta segreta dal governo e di una situazione potenzialmente critica nel mar Baltico: il primo ministro Stefan Löfven ha comunque smentito che ci sia il rischio di un attacco militare al suo paese.
La Svezia vorrebbe di nuovo il servizio militare obbligatorio, "Il Post", 30-09-16.
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