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lunedì 30 dicembre 2013

Impariamo a usare l'iPad.




I giovani tedeschi e la Shoah.

 L'ingresso del campo di Auschwitz
«E’ un pessimo segnale». Per il presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, Dieter Graumann, il calo continuo di studenti in visita dalla Germania all’ex campo di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau, in Polonia, dipende in gran parte dal sempre più scarso interesse dei giovani e delle scuole per quel che i loro nonni hanno pensato e organizzato. Meno di settant’anni fa. 
E’ il tabloid Bild a dare oggi la notizia, l’ultima della serie sui giovani che “perdono la memoria”. Secondo le statistiche redatte dalla fondazione che gestisce l’ex Lager nazista, dove furono internate e uccise oltre un milione di persone, nel 2012 la Germania si è piazzata solo quinta nella classifica dei visitatori, perdendo due posizioni rispetto al 2009. Niente di drammatico, certo. Se non fosse che recenti sondaggi sulla conoscenza della shoah dei giovani tedeschi avevano già fatto scattare l’allarme. 
Stando a quanto emerso da un’indagine dello Stern del 2012, un giovane tra i 18 e i 29 anni su cinque (21%) non sapeva cosa fosse accaduto ad Auschwitz. Che sia un problema generazionale è evidente, dal momento che sul totale degli intervistati, in tutte le fasce d’età, il 90% ha saputo rispondere che ad Auschwitz la dittatura nazista aveva costruito la peggiore e più efficiente macchina di morte della storia. 
Secondo Graumann non c’è nulla in grado di dare un volto a quell’indicibile tragedia della storia meglio di una visita sui luoghi dell’orrore. «Ogni studente in Germania dovrebbe andare almeno una volta, durante il suo percorso scolastico, in visita a un campo di concentramento», ha considerato. Fa un passo in più Dieter Rossmann, incaricato per l’istruzione del partito socialdemocratico Spd, al governo federale con l’Unione di Cdu/Csu. Secondo il politico di grande coalizione «occorre confrontare le giovani generazioni con il passato della Germania, affinché tali tragedie non si ripetano. La visita ad almeno un campo di concentramento dovrebbe diventare obbligatoria».   
Matteo Alviti,  I giovani non vanno più a Auschwitz ,  "La Stampa" del 19-12-13.

sabato 28 dicembre 2013

Bambini prodigio.


Ha solo 11 anni e mentre i suoi coetanei si divertono con i videogame lui è già una matricola universitaria. È questa la storia del baby-prodigio Carson Huey, che si è appena iscritto alla facoltà di fisica quantistica della Texas Christian University.
Come racconta il New York Post, il bimbo è la mascotte del campus ed è sempre accompagnato dalla mamma che lo aiuta con lo zaino troppo pesante.
La sera, però, deve tornare a casa a dormire poiché non ha potuto fare richiesta per le residenze universitarie messe a disposizione dell’ateneo: le pratiche di registrazione non riconoscevano il suo anno di nascita.
Huley è stato un bambino prodigio fin dalla nascita: leggeva libri prima di imparare a fare pipì fuori dal pannolone, a tre anni ha iniziato con le operazioni matematiche e a cinque era già in terza media.
Ora parla il mandarino e suona il pianoforte. E non è l’unico prodigio in famiglia: il suo fratellino di 7 anni il prossimo anno si iscriverà alla scuola superiore.

Bimbo prodigio. All'università a soli 11 anni,  "La Stampa" del 30-08-13.

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Sotto, una serie di video sul ragazzo :












sabato 21 dicembre 2013

Attenti ai social network.


Se avete a cuore il lavoro, la carriera, il futuro professionale fate attenzione a quello che scrivete sui social network: chi valuta il vostro curriculum guarda sempre di più quello che scrivete su Facebook&C. Negli Stati Uniti il fenomeno è una realtà da tempo, dall’inizio dell’anno anche in Italia si va oltre il curriculum quando si cerca qualcuno da assumere, soprattutto quando si tratta di manager e dirigenti. Giovanna Brambilla, ad di Value Search: “Negli ultimi tempi stiamo ricevendo delle richieste - per lo più da multinazionali straniere- di considerare non solo la storia professionale dei nostri candidati (cosa che normalmente viene fatta sulla base di un Curriculum, di un colloquio personale di selezione e della ricostruzione della reputazione professionale), ma anche il loro profilo digitale, ossia le informazioni dei candidati o sui candidati presenti in rete e fruibili mediante una semplice interrogazione sui motori di ricerca. Queste richieste sono in netto aumento, almeno del 100% negli ultimi sei mesi, e ci appaiono fortemente correlate al tema della privacy. Per una società come Value Search, che si occupa di executive search (ossia di ricerca diretta di dirigenti), tuttavia la privacy esiste ancora e soprattutto esiste una legge (D.Lgs196/2003) alla quale attenersi nel trattare i dati (personali e sensibili) dei candidati e nel trasmetterli alle aziende clienti”.  

Ecco quindi un decalogo di consigli che Value Search ha messo a punto per chi cerca lavoro.  
1. Tenere sempre a mente che la rete non distingue tra ambito personale e professionale  

2. Dare alla nostra immagine sulla rete la stessa importanza che diamo alla nostra immagine/reputazione professionale  

3. Ricordare sempre che la rete ha una memoria da “elefante” e tiene traccia negli anni di tutto  
4. Fare attenzione a postare foto/video di cui potremmo, a distanza di anni, pentirci o in cui potremmo “non riconoscerci”  

5. Sollecitare anche i nostri amici su questi temi (anche terzi potrebbero postare foto o video in cui anche noi siamo ritratti e presenti)  

6. Includere nella nostra rete solo persone di cui “ci fidiamo” veramente (“dimmi con chi vai e ti dirò chi sei”)  

7. le discussioni sui blog a volte ci spingono a risposte impulsive e giudizi affrettati: una volta immessi in rete non si cancellano ma potremmo anche pentircene  

8. alcuni temi trattati su blog o discussioni online potrebbero afferire alla nostra sfera personale e/o rivelare inconsapevolmente dati sensibili che ci riguardano: dobbiamo esserne consapevoli e prestare attenzione  

9. Aggiornare periodicamente il nostro profilo sui social network professionali (ma solo con informazioni veritiere e inconfutabili !): sono una vetrina che parla di noi e una vetrina ... deve essere sempre curata!  

10. Verificare periodicamente i parametri di accesso e visibilità da parte di terzi del nosto profilo sui social network  

Flavia Amabile, Cerchi lavoro? Attento ai social network, "La Stampa" dell'1-12-13. 

giovedì 12 dicembre 2013

"Time": Papa Francesco persona dell'anno.


Cornice rossa su fondo oro: come un ritratto ad olio di un Antico Maestro realizzato però sullo schermo Lcd di un computer. Jorge Mario Bergoglio, un "settantenne superstar maestro degli strumenti del nostro tempo per realizzare un mandato creato 21 secoli fa", ha conquistato la copertina della Persona dell'Anno di Time. Papa Francesco è il "Papa della gente", si legge nella motivazione della rivista americana. Spiega la direttrice Nancy Gibbs: "Non ha cambiato solo le parole: ha cambiato la musica".
13 marzo 2013, e sembra ieri. L'arcivescovo di Buenos Aires, primo Papa non europeo da 1.200 anni, si affaccia dal balcone su Piazza san Pietro e, anzichè benedire la folla, chiede ai fedeli di pregare per lui.
"Raramente - ha sottolineato la Gibbs - un nuovo protagonista della scena mondiale ha catturato così tanta attenzione, da vecchi e giovani, fedeli e cinici, in così poco tempo".
Bergoglio è il terzo pontefice dopo Giovanni XXIII (fu anche il primo italiano) e Giovanni Paolo II a esser scelto come Persona dell'Anno. Il fatto che nella top ten dei finalisti abbia battuto la pop star Myley Cyrus offre ai media ossessionati dalle celebrità un segnale di speranza.
La scelta di Time è stata fatta dai suoi giornalisti valutando i suggerimenti degli oltre due milioni di seguaci del settimanale su Twitter. Secondo la rivista Papa Francesco "è riuscito ad essere umile dal trono più alto della Terra" lanciando il messaggio di una chiesa di riconciliazione: "Trasformerà il Vaticano", scrive Time che ha preferito il Papa agli altri della cinquina in finale annunciata martedì sera: la talpa dell'Nsa Edward Snowden (scelto tre giorni fa come persona dell'anno dai lettori del Guardian), il presidente siriano Bashar al Assad, l'attivista gay Edith Windsor e il senatore repubblicano Ted Cruz.
È dal 1927 (Charles Lindbergh dopo la trasvolata atlantica) che il settimanale fondato da Henry Luce dedica la copertina di fine anno alla persona o l'entità che più ha influenzato, nel bene o nel male, i 12 mesi precedenti: non necessariamente un tributo in positivo (tra i "cattivi" della storia sono stati scelti anche Adolf Hitler, Stalin, l'Ayatollah Khomeini), ma in questa luce è stato certamente letto l'annuncio dal 92 per cento dei cattolici americani che applaudono al mandato del Papa. Secondo un sondaggio Abc/Washington Post, Bergoglio è popolarissimo tra correligionari e non: 69 su cento degli interpellati di ogni fede negli Stati Uniti approva come Francesco sta muovendosi per cambiare la Chiesa.
Una scelta positiva, quella di Time, ma "non certo una sorpresa", per il portavoce della Sala Stampa Vaticana Federico Lombardi, data la risonanza dell'elezione del Papa Francesco e dell'inizio del nuovo pontificato. Quanto a Bergoglio, ha aggiunto il portavoce vaticano, "non cerca fama e successo, perché fa il suo servizio per l'annuncio del Vangelo dell'amore di Dio per tutti. Se questo attrae donne e uomini e dà loro speranza, il Papa è contento. Se questa scelta dell'Uomo dell'Anno significa che molti hanno capito - almeno implicitamente - questo messaggio, egli certamente se ne rallegra".




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Qui  i motivi della scelta e gli altri finalisti.

Qui  un servizio sugli altri due papi  (Giovanni XIII, nel 1962, e Giovanni Paolo II, nel 1994)  che in precedenza avevano ricevuto lo stesso riconoscimento.

Di seguito, alcuni video sul tema.

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lunedì 2 dicembre 2013

Aperitivo a chi vuole la chiusura dei corsi serali pubblici.


Venerdì 18 ottobre 2013, presso l’ITIS “G. Marconi” di BARI, si è concluso l’esame di idoneità al quinto anno del corso di studi per il conseguimento del diploma di Perito Meccanico Capotecnico. Il candidato “speciale”, Salvatore GIRONE, fuciliere della M.M. Italiana attualmente trattenuto in INDIA in attesa di processo insieme al commilitone Massimiliano LA TORRE per le vicende che ormai tutti conoscono, ha potuto svolgere e superare brillantemente prove scritte e orali su tutte le discipline del quarto anno tramite una serie di collegamenti via SKYPE tra la sede dell’Ambasciata Italiana a Nuova Delhi e la Commissione composta dai docenti del quarta classe del Corso Serale Progetto SIRIO in cui risulta regolarmente iscritto l’alunno GIRONE.

Ciò è stato reso possibile innanzi tutto dalla volontà e dalla caparbia determinazione di Salvatore che, nonostante la grave situazione in cui tuttora si trova e l’obiettivo impedimento (indipendente dalla sua volontà) ad una normale frequenza, ha messo in atto ogni sforzo ed impegno per affermare “contro tutto” il proprio irrinunciabile DIRITTO ALLO STUDIO.

Ciò è stato reso possibile anche grazie alla grande flessibilità didattica del Corso Serale SIRIO che, oltre agli occasionali incontri di persona (che pure ci sono stati), ha consentito ai docenti di mantenere un contatto costante, via e-mail e telefono, con il proprio alunno a cui hanno potuto fornire supporto e materiale didattico oltre ad una serie di lezioni tramite collegamento SKYPE.

A questo punto, sia l’efficacia del lavoro didattico svolto sia l’innovativo protocollo messo in atto per l’esame di idoneità, dimostrano definitivamente la snellezza e la validità del Progetto SIRIO dando una chiara risposta a quanti, ingiustamente criticandolo, ne auspicano la rottamazione e la sostituzione con l’elefantiaca e inconcludente organizzazione dei CPIA.

LASCIAMO QUESTO SPUNTO DI ULTERIORE RIFLESSIONE SOPRATTUTTO AI DIRIGENTI DEL MIUR MENTRE CI CONGRATULIAMO DI CUORE CON SALVATORE GIRONE AUGURANDOGLI UN RAPIDO RIENTRO IN PATRIA CON L’AUSPICIO DI POTERLO INCONTRARE PRESTO TRA I BANCHI DI SCUOLA PER IL CONSEGUIMENTO DELL’AGOGNATO DIPLOMA.
  
IL MARÒ SALVATORE GIRONE E L’EFFICACIA DEL PROGETTO SIRIO !"Difendere e promuovere le scuole serali pubbliche", 20-10-13

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Qui il sito del corso serale dell'Istituto Marconi di Bari.