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mercoledì 3 settembre 2014

Il mondo al contrario. Rom e istruzione.

Mandare i bimbi rom a scuola? Un’impresa (vana) da 3 milioni di euro. Precisamente 3.341.154 euro, ovvero la somma spesa dal Comune di Roma nel 2013 per i «progetti di scolarizzazione» dei minori che abitano negli 8 campi attrezzati e nei 3 centri di raccolta della Capitale. Di questi soldi, circa 1,2 milioni vengono spesi soltanto per il trasporto scolastico, benché ogni giorno le navette messe a disposizione dell’Atac partano praticamente vuote. I risultati di questi progetti di scolarizzazione? Basta farsi un giro la mattina nella Metro A: una banda di borseggiatrici composta da 32 ragazzine di massimo 16 anni. Potete parlarci tranquillamente: vi diranno che vengono dal campo di Castel Romano, che portano tutti i soldi a casa e che, una volta beccate, se ne stanno buone qualche giorno e poi ricominciano.
Prendiamo l’esempio del campo situato sulla via Pontina. Qui la cooperativa Arci Solidarietà nel 2013 ha gestito ben 654.962 euro per la scolarizzazione, il 12,2% dei fondi assegnati al campo. Di questi soldi, ben 306.705 sono stati utilizzati per pagare all’Atac le 7 linee che ogni giorno fanno su e giù fra il campo ed i 63 plessi scolastici «frequentati» dai 411 minori iscritti (di questi soltanto 3 vanno alle scuole superiori). «Quando va bene si parte al massimo con una decina di bambini - assicura un autista assegnato al servizio - Più o meno sono sempre gli stessi, ogni tanto se ne vede qualcuno diverso». Secondo l’ultimo rapporto stilato dall’Associazione 21 Luglio, il tasso di inclusione sociale in questo campo è pari allo 0%. Uguale percentuale è riscontrabile in 10 delle 11 strutture esistenti: solo il campo di Candoni, nell’ex XV Municipio, può «vantare» un risultato lievemente superiore: lo 0,8%. Un fallimento inevitabile, guardando il tasso delle frequenze: ad oggi sono iscritti alla scuola dell’obbligo quasi 2.000 minori, ma solo il 5% va alle superiori. Non solo. Fino al 2011 la frequenza era pari al 60%: ciò significa che 1.200 bimbi rispondono all'appello delle insegnanti appena 3-4 mesi l’anno e altri 600 non vanno proprio a scuola. E tutto questo nonostante il Comune spenda ben 50mila euro l’anno per monitorare le presenze. Ma chi dovrebbe occuparsi di «emancipare» le famiglie rom? Le cooperative appaltatrici sono sempre le stesse: Eureka, Arci Solidarietà, Ermes e Casa Diritti Sociali. «Il 21 settembre - assicura il presidente della Commissione capitolina ai Servizi Sociali, Erica Battaglia - verrà avviato un tavolo regionale su questo argomento».

1 commento:

  1. Non só perche, in Italia quando si parla di Rom , bisogna sempre dosare le parole, abbiamo speso, buttato, soldi per questa popolazione inutile , si è inutile , perché sono proprio loro a dirlo , RUBIAMO , sono passato , purtroppo , per la stazione Termini ... Quel che ho visto è clamoroso , Rom che chiedono , anzi, pretendono soldi , si appostano presso le comuni macchinette per comperare il biglietto del treno/metro , li pretendono ! Se cosi non fosse ti seguirebbero , molesterebbero anche solo oralmente , è inaccettabile! E noi finanziamo progetti per mandarli a scuola, per civilizzarli , paghiamo loro i pullman , ma stiamo scherzando?

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