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mercoledì 15 ottobre 2014

Un'ordinanza comunale contro Ebola e altre malattie.

Com'era prevedibile, a fronte dell'assordante silenzio del governo sull'epidemia di Ebola  (a parte i soliti bollettini propagandistici), sono le autorità locali a muoversi, per tentare di predisporre un piano di prevenzione contro la diffusione di Ebola  -ma anche di altre infezioni-  nel nostro Paese.  
Ovviamente, il solito coro buonista, giustificazionista e terzomondista griderà allo scandalo.

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Un certificato medico che attesti lo stato di salute, obbligatorio per chiunque arrivi a Padova dall’Africa. Massimo Bitonci, sindaco di Padova, Lega Nord, alza le barricate con un’ordinanza anti-ebola, a cui sta lavorando “non per discriminare, ma per tutelare i cittadini”. 
Chiunque arrivi dal Continente africano sprovvisto di certificato, a Padova, non ci potrà stare: divieto di dimora, anche occasionale. Bitonci è pronto a firmare questa misura straordinaria già domani, trasmettendone copia a tutti i colleghi sindaci, “affinché anche loro aderiscano a questa battaglia e vietino accoglienza e dimora a tutti i profughi provenienti dall’Africa che non abbiano un certificato medico a garanzia del loro stato di salute”.  

Non solo ebola, in realtà. Ma anche scabbia e altre malattie in Italia da tempo debellate e che si stanno ripresentando. “Il sindaco è l’autorità sanitaria locale e può emanare ordinanze specifiche, qualora si verifichino emergenze sanitarie o di igiene pubblica – spiega Bitonci –. Il crescente allarme causato dall’epidemia di ebola, unitamente alla diffusione nel territorio comunale padovano di malattie da tempo debellate, quali per esempio la scabbia, con particolare rischio per i minori, gli agenti delle forze dell’ordine e i sanitari, impongono misure straordinarie. Per questo stiamo lavorando ad un’ordinanza che vieti la dimora a Padova, anche occasionalmente, di persone provenienti da Paesi dell’area africana, se non in possesso di certificato attestante lo stato di salute. Non è mia intenzione né discriminare, né negare il diritto alla cura – precisa –. Ritengo però doveroso che, in questo contesto storico e dato l’allarme internazionale sul rischio nuove epidemie, lo stato di salute di chi proviene da zone a rischio sia verificato da un medico ed eventuali patologie siano curate, senza rischi per gli altri cittadini”. I trasgressori potranno essere segnalati al Prefetto. “Mi appello agli altri sindaci veneti: facciamo squadra per tutelare la salute di tutti”. 

Il primo a rispondere all’appello è il sindaco di Verona Flavio Tosi. Che approva, ma con un appunto sulla responsabilità del Governo. “Le preoccupazioni del Sindaco di Padova sono più che condivisibili ed è giusto, come Sindaci, porre grande attenzione sul tema della tutela della salute dei cittadini di fronte a epidemie sviluppatesi all’estero - ha dichiarato Tosi -. Però un’ordinanza dei Sindaci non può purtroppo da sola bloccare l’arrivo e la diffusione di patologie virali provenienti da altri Paesi, deve farlo il Governo”. Tosi rilancia, e lo fa sull’argomento caldo della migrazione di persone provenienti dalle aree più contagiate dal virus. Una migrazione da fermare alla radice. “Non è sufficiente vietare la dimora nei territori comunali di persone provenienti da aree colpite da epidemie come quella del virus di Ebola, ma occorre impedire l’arrivo in Italia di persone provenienti da Paesi con epidemia conclamata. Comunque bene ha fatto il Sindaco di Padova a sollevare un problema su cui i cittadini devono essere costantemente informati e tranquillizzati”.  

“Mare Nostrum ha causato già troppe vittime in mare - conclude infine Bitonci -. Non vogliamo che porti tragedie anche sulla terra”. 

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