Assume i contorni di una vera e propria “invasione” l’espatrio di italiani in Gran Bretagna, secondo i dati ufficiali Aire (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero), che la trasmissione di Radio 24 “Giovani Talenti”, condotta da Sergio Nava, rivela in esclusiva nella puntata di sabato 10 maggio, in onda alle 13.30.
Nel 2013 la Gran Bretagna e’ diventato il primo Paese mondiale di emigrazione per gli italiani, con 12.904 espatri ufficiali (segnalati all’ufficio Aire). L’incremento rispetto al 2012 e’ stato del 71,5%. Il vero boom di espatri verso il Regno Unito si registra soprattutto nella fascia 20-40enni: lo scorso anno sono approdati Oltremanica 8487 italiani in quella fascia d’età, con un incremento dell’81%, rispetto al 2012. Più numerosi i 20-30enni (4351), rispetto ai 30-40enni (4136).
A livello generale, anche il 2013 ha visto crescere l’emigrazione ufficiale italiana verso l’estero: 94.126 i connazionali espatriati, con un incremento del 19,2% rispetto al 2012 (anno nel quale la crescita era stata pari al 30%). Oltre a sfiorare quota 100mila unità, l’emigrazione ha fatto registrare in soli due anni un incremento del 55% (dai 60.635 del 2011).
Per dare un’idea comparativa, è come se -nel 2013- l’intera città di Alessandria si fosse trasferita all’estero. Anche se e’ più ragionevole ritenere che -poiché circa un italiano su due non comunica il proprio trasferimento oltreconfine- sia stato l’equivalente della città di Prato (188mila abitanti) ad emigrare, nel 2013.
Caratteristiche generali: boom di emigranti dal Lazio. Si espatria sempre più dal Centro-Nord Italia.
A livello di provenienza regionale, resta ampiamente primatista la Lombardia, con 16.418 espatri (+24,7% sul 2012), seguita dal Veneto (8743 emigrati). La vera sorpresa è però il Lazio, che in un solo anno sale di due posizioni e scalza la Sicilia dal terzo posto: 8211 gli emigranti laziali, con un incremento del 37,9%.
L’emigrazione all’estero assume sempre di più i connotati di un fenomeno del Centro-Nord del Paese: nella “top ten” regionale degli espatri 2013 troviamo al quarto posto la Sicilia (7818), al quinto il Piemonte (7267), al sesto l’Emilia-Romagna (6682), al settimo la Campania (6249), all’ottavo la Toscana (5159), al nono la Calabria (4716) e al decimo la Puglia (4665).
L’Europa resta il “porto sicuro” dei nostri emigranti: nel 2013 si sono trasferiti nei Paesi del Vecchio Continente 60.066 italiani, il 63,81% sul totale degli espatriati.
Come anticipato, la Gran Bretagna passa dal terzo al primo posto, tallonata dalla Germania (11.731 emigrati nel 2013), dalla Svizzera (10.300), dalla Francia (8342) e dall’Argentina (7496). Nella “top ten” dei Paesi di emigrazione da segnalare il sorpasso del Brasile (sesto Paese di destinazione) sugli Stati Uniti (ora settimi).
Anche nel 2013 gli uomini hanno costituito il 56% degli espatriati, le donne il 44%.
Fascia 20-40enni. La “fuga dei talenti” non cala: un emigrante su due ora è “under 40″.
Gli “under 40″ italiani fanno registrare una maggiore propensione alla fuga: lo scorso anno sono emigrati in 45.516. In percentuale, il 48,3% sul totale. Praticamente uno su due. Più numerosi i 30-40enni (24.001), rispetto ai 20-30enni (21.515).
Rispetto al 2013, l’incremento di espatri in questa fascia d’età e’ stato del 28,4%, superiore dunque alla media generale di quasi dieci punti. Nessun calo rispetto al 2012, quando l’incremento era stato del 28,3%.
Anche per i 20-40enni l’Europa fa la parte del leone quale Continente di approdo, “assorbendo” il 70,3% della nostra emigrazione: la Gran Bretagna stacca tutti, seguita dalla Germania (6023 20-40enni, +17%) e dalla Svizzera (5016, +22%). Interessante notare come la Germania attiri la fascia più giovane degli emigranti (3270 i 20-30enni), mentre la Svizzera costituisca un porto di approdo per quella più matura (2667 i 30-40enni).
Le prime tre regioni di provenienza degli “under 40″ sono, nell’ordine: Lombardia, Veneto e Lazio.
Tra i giovani il gruppo più numeroso di espatrio è quello dei 30-40enni lombardi (in 4421 hanno lasciato lo scorso anno la regione), seguiti dai 20-30enni lombardi (3596 espatriati), dai 30-40enni laziali (2360), dai 30-40enni veneti (2145) e dai 20-30enni siciliani (2069).
Infine, sempre secondo dati Aire, gli espatriati italiani al 31/12/2013 hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 2.379.977 (calcolata a partire dall’1/7/1990). Gli italiani complessivamente residenti all’estero alla stessa data erano invece 4.482.115.
Parla inglese la nuova emigrazione italiana. Boom di espatriati Oltremanica nel 2013: +71,5% . Cresce del 19% l’emigrazione complessiva: lo scorso anno gli italiani fuggiti all’estero hanno sfiorato quota 100mila. , "Fuga dei talenti", 11-05-14.
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Purtroppo la crisi economica in Italia è sempre più forte ed emigrare all'estero sembra la soluzione migliore per cambiare vita .
RispondiEliminaOppure tentare di farlo.
In Italia trovare lavoro è diventato un sogno perciò "gambe e cervello"
sono scappati via dal governo italiano fatto solo di corruzione, superficialità, criminalità e servilismo..L'Italia non è capace di tenersi " talenti "utili al suo sviluppo e alla sua crescita.
Sessanta anni fa si emigrava perché spinti dalla fame, oggi siamo spinti dall'assenza di gratificazione.
A emigrare non sono solo i giovani tra i 20 e i 40 anni ma anche i pensionati !!! Tempo fa, in un telegiornale , si parlava di questo . Hanno intervistato dei pensionati italiani che spinti dalla crisi hanno deciso di passare gli ultimi anni di vita in Tunisia, Marocco, Filippine; Caraibi.. Vengono chiamate " le spiagge dell'Inps".
Lì , a quanto pare , chi ha una pensione minima riesce a vivere dignitosamente mentre da noi non arriva neanche a fine mese..
Musardo G. II^ A
Molti italiani e non solo sono costretti a lasciare il loro paese per vari motivi. Chi non trova un lavoro per mantenere la famiglia o per pagare il mutuo o per mantenere i figli a scuola e c'è anche chi vuole migliorare nel mondo del lavoro,avere più opportunità magari in un altro paese. Non solo i giovani lasciano il proprio paese per trovare lavoro ma anche persone di 40-50 anni che oggi si trovano senza un lavora dopo che hanno lavorato per una vita intera e non riescono più a mantenersi. La situazione è molto critica per tutti noi ma soprattutto per i giovani laureati che si trovano senza un lavoro dopo aver studiato per anni ed ora sono costretti ad andare via dal loro paese.
RispondiEliminaIrodei Marina 2As