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mercoledì 28 maggio 2014

Roma Capitale: di cosa ? 2.



Il crollo della Galleria delle Terme alla domus Aurea nel 2010, lavori in corso. 

Dal 2006 la Domus Aurea è chiusa al pubblico. La reggia di Nerone è un capolavoro: 150 stanze, un’estensione di 16mila metri quadrati pari a tre campi di calcio, 30mila metri di stucchi e decorazioni alle pareti. Ma è un capolavoro delicato, il rischio di crolli è molto alto, per metterlo in sicurezza sono necessari interventi complessi e prima che si possa riaprire al pubblico passerà ancora del tempo. L’ultima scadenza ufficiale era settembre ma non si sa se sarà rispettata. 
Nell’attesa perché non fare una passeggiata nel cantiere? Sarebbe un’area vietata, i cartelli lo dicono chiaramente e diverse reti e lucchetti ribadiscono il concetto. Ma chi vuole entrare può farlo in tutta tranquillità. Le reti sono state rotte in più punti, l’area intorno alla Domus Aurea da tempo è un dormitorio per chi non ha un tetto ed una passeggiata per proprietari di cani che vogliono lasciare i loro animali liberi dal guinzaglio. Giacigli di cartoni, vestiti appesi ad asciugare, pentole, sacchi a pelo sono sparsi nel giardino o riposti nei lucernai dell’antica reggia di Nerone come in un armadio. 

Dopo essere entrati nel giardino o nel cantiere, se qualcuno volesse potrebbe anche trovare il modo di scavalcare o rompere l’ultima recinzione e passare all’interno del padiglione dove è in corso il restauro. 
La Soprintendenza ha segnalato più volte il problema al Comune, i varchi abusivi non dovrebbero essere tollerati per molti motivi. Innanzitutto la sicurezza di chi cammina o vive nel giardino: l’ultimo crollo delle volte sottostanti è di quattro anni fa, tutti sanno che potrebbero essercene altri. A rischio anche la sicurezza degli operai: più volte sono stati rubati pezzi di ferro dalle impalcature mettendo in pericolo chi lavora. E, infine, chi può escludere la possibilità di furti o danni al sito? 

Il Comune da lunedì 26 maggio non ha più un assessore alla Cultura, Flavia Barca si è dimessa perché non esistevano più le condizioni per andare avanti. Una decisione per nulla osteggiata dal sindaco Ignazio Marino poco soddisfatto del bilancio del primo anno di attività in un settore chiave come la Cultura. Di risultati, infatti, se ne sono visti pochi nella tutela dei grandi siti archeologici della città. Giace sempre circondato dal più totale degrado il Mausoleo di Augusto nonostante sia il bimillenario della sua morte, nessuna notizia dell’Ateneo di Adriano a piazza Venezia, la più grande scoperta degli ultimi settant’anni su cui non si è riusciti nemmeno a portare a termine il concorso per la creazione di una copertura protettiva. Non tutta la materia è di competenza esclusiva del Comune, sul cantiere della Domus Aurea trasformato in dormitorio, infatti, risponde di non poter fare molto, non ha poteri di polizia, e di considerare una priorità i giardini di Colle Oppio e le meraviglie nascoste sottoterra. E’ alla ricerca affannosa di fondi per dare il via ad un progetto di valorizzazione del parco che trasformerebbe definitivamente l’area aprendo al pubblico non solo la Domus Aurea ma anche un capolavoro sconosciuto come la Sala delle Sette Cisterne. Se ne parla da oltre dieci anni, da quando alla guida di Roma c’era Rutelli. Marino spera che questa sia la volta buona. Prima però gli tocca pure cercare un altro assessore. 

Flavia Amabile,  Domus Aurea: chiusa al pubblico di giorno, dormitorio di notte, "La Stampa", 27-05-14.

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Di seguito, video sulla Domus Aurea e sull'area circostante:



1 commento:

  1. Dato che queste persone non hanno una situazione adeguata nella terra di origine hanno la situazione di guerra e sono costretti ad evadere, sperando in una vita migliore e futuro sereno. Anche se la maggior parte della gente passando per la strada dove loro si trovano solitamente , fingono di non vederli. Penso che queste persone dovrebbero aiutarli anziché giudicarli e respungerli , perche sono umani come noi. Sono del parere che dobbiamo aiutarci l'uno con l'altro, perche la vita è imprevedibile e non potremmo mai sapere cosa ci riserva il futuro.
    Greta Regesaite

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