Intonaci inesistenti, rubinetti gocciolanti, vetri rotti, impianti elettrici e idraulici fuori uso; e, se non bastasse, problemi anche alle strutture portanti di 3.600 edifici. Appare davvero preoccupante la situazione degli istituti scolastici italiani, almeno a stare ai numeri di uno studio del Censis. Che lancia anche un allarme amianto: sarebbero 2mila le scuole che esporrebbero i propri studenti al famigerato materiale killer. Pronta la `replica´ di Roberto Reggi, sottosegretario all’Istruzione con delega all’edilizia scolastica: «il governo conosce bene la situazione», spiega, annunciando che ha già messo in cantiere 20.000 interventi e che è pronto un piano di investimenti per oltre 1,2 miliardi.
Secondo il report del Censis, su un totale di 41 mila edifici, 24 mila avrebbero impianti - elettrici, idraulici e termici - non funzionanti, oppure insufficienti o non a norma. Ma un dato ancora più allarmante riguarda l’amianto: sarebbero 2mila gli istituti che esporrebbero i propri studenti e alunni, circa 342mila, ai suoi effetti nefasti. I riflettori del Censis illuminano anche i problemi alla staticità degli edifici, in tutto 3.600, nei quali operano ogni giorno, viene ricordato, circa 580mila ragazzi. A completamento del fosco scenario il rapporto ricorda anche che 7.200 scuole avrebbero tetti e coperture a pezzi, non più in grado quindi di adempiere al proprio compito. Colpa anche della vetusta’ delle costruzioni, visto che il 15% degli edifici è stato costruito prima del 1945, un altro 15% tra il ’45 e il 1960 e solo un quarto è stato realizzato prima del 1980.
Secondo i 2.600 dirigenti scolastici sentiti dal Censis, per il 36% degli edifici è prioritario avviare lavori di manutenzione straordinaria. Ma nella maggioranza dei casi (57%) l’esigenza è dare continuità a interventi di manutenzione ordinaria. Nonostante il patrimonio immobiliare scolastico sia vecchio, e benché si tratti generalmente di strutture che corrispondono a modelli oggi non più funzionali, solo nel 7% dei casi si ritiene fondamentale la costruzione di un edificio più adeguato o il trasferimento della scuola in un’altra sede. Poi, spiegano sempre i dirigenti scolastici, di lavori se ne fanno pochi e spesso male, com’è successo in più di 10mila edifici negli ultimi 3 anni.
Ma il governo, fa sapere il sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi, conosce bene la situazione e ha inserito l’edilizia scolastica tra le sue priorità. «E proprio per questo - chiarisce - abbiamo in programma già oltre 8.200 interventi da far partire nel 2014». Altri 11mila interventi, aggiunge, «partiranno all’inizio del 2015. Con le opere previste solo quest’anno interesseremo circa un quarto delle scuole e quindi due milioni di studenti». Nel frattempo, dal primo luglio, «partiremo con 7mila interventi». Nel complesso saranno 4.293 i plessi interessati da opere di manutenzione e altri 8mila saranno interessati da interventi nel 2015. In estate partiranno 2.700 interventi per la manutenzione straordinaria e altri 1.266 per interventi di ristrutturazione o nuove costruzioni, con un valore medio di 1 milione ciascuno e un investimento che supererà 1,2 miliardi.
Numerosi i commenti allo studio del Censis. Se per la Flc Cgil «deve essere chiarito quali sono le effettive risorse a disposizione, con quali tempi e con quali procedure», Carlo Rienzi, presidente del Codacons, ricorda che già con la class action del 2011 il Tar del Lazio e il Consiglio di Stato avevano ordinato al Miur di varare un “Piano nazionale di edilizia scolastica”. «Ma - aggiunge Rienzi - dopo 3 anni nulla è stato fatto» e a fronte di ciò annuncia la denuncia di tutti i dirigenti del Ministero dell’Istruzione dal 2011 a oggi per inottemperanza all’ordine del giudice».
Intonaci che crollano e amianto. Il Censis lancia l’allarme scuole: “Migliaia gli studenti a rischio”Il rapporto sull’edilizia scolastica: in 24 mila istituti impianti non a norma, "La Stampa", 31-05-14. [Grassetto redazionale.]
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Sotto, una serie di video sull'argomento:
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Sotto, una serie di video sull'argomento:
Trovo vergognoso che ancora non si riescano a porre in sicurezza le scuole dissestate e ci siano moltissimi edifici e infrastrutture
RispondiEliminache sono stati lasciati a metà ed ora si stanno rovinando.
Vengono impiegati ingenti fondi solo per far vedere che si sta facendo qualcosa, come quando rattoppano le strade (e dopo
poche settimane sono peggiori di prima); oppure allargano i marciapiedi (e poi vengono usati per parcheggiare le macchine).
In realtà, il problema è che ci sono troppe persone ad amministrare questi fondi e ognuno cerca di portare l'acqua al suo mulino.
Per non parlare delle gare d'appalto truccate e delle speculazioni più svariate.
I problemi di fondo dell'italia sono sempre gli stessi: la corruzione e il nepotismo.
Nello specifico, per quanto riguarda appunto l'edilizia scolastica, credo che la questione purtroppo verrà risolta dal tempo, ovvero
che tra non molto ci sarà ben poco da risanare.
Frederyc Montesano - 1^ As