Con tutta l'apertura di credito nei confronti dello studente (presentato da molti come un bravo ragazzo), è ragionevole accogliere la decisione della Preside non soltanto come opportuna, ma addirittura doverosa.
I giovani hanno il diritto di essere stravaganti (nei limiti consentiti) , ma le istituzioni hanno l'obbligo di far rispettare quelle norme senza le quali ogni società è destinata a sfasciarsi.
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“O si taglia i capelli rasta, o non può entrare a scuola”. Ha “violato” il regolamento scolastico presentandosi all’ingresso del suo istituto, l’istituto alberghiero di Riccione, al ritorno dalle vacanze di Natale, con i cosiddetti dreadlocks e perciò non è stato ammesso alle lezioni. Massimiliano, 16 anni, è stato così costretto a rimanere a casa per via della sua pettinatura: “Una discriminazione” dice la famiglia. “I rasta – spiega la preside della scuola Daniela Casadei, che ha deciso il provvedimento – sono contrari alle norme igienico sanitarie della scuola. Perciò Massimiliano non potrà riprendere a frequentare né la cucina, né i laboratori finché non si taglierà i capelli”. Cucina e laboratori rappresentano la gran parte delle lezioni dell’alberghiero romagnolo.
Secondo Casadei, infatti, a bandire i rasta dalla scuola sarebbe l’articolo 26 del regolamento interno, “firmato – precisa – da tutti i genitori degli studenti a inizio anno scolastico”: “Nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e delle abitudini dei diversi settori gli allievi sono tenuti a indossare un abbigliamento decoroso, curato e ordinato. Sono quindi da evitare abbigliamenti, acconciature, accessori e trucchi particolari che possano contravvenire a queste norme”. Di dreadlocks come quelli di Massimiliano, iscritto al corso di operatore della ristorazione finanziato dalla Regione Emilia Romagna, nel regolamento non si parla esplicitamente, tuttavia, per la dirigente scolastica, “non sono decorosi, né tantomeno igienici. Mi dicono che si possano lavare, ma a mio parere rimangono sporchi e sono sempre arruffati. Prima di Natale Massimiliano portava i capelli lunghi, però li teneva sempre in ordine, ora invece sono ingestibili”. In più, critica la preside dello Ial, “è anche una questione di estetica: immaginatevi un ragazzo in giacca e cravatta, ma con i rasta. E’ indecoroso”.
Annalisa Dall'Oca, Riccione, scuola “vietata” per studente con rasta. La preside: “È indecoroso”, "Il Fatto Quotidiano", 13-01-15.
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