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sabato 6 settembre 2014

Bullismo: ancora un caso eccellente.

Un'ulteriore, drammatica denuncia su uno dei fenomeni più devastanti della scuola, già denunciato da questo blog.  
Stupisce  (come spesso accade in questi episodi)  la sanzione adottata nei confronti dei soggetti colpevoli di atti penalmente rilevanti: a quanto pare, sono stati sospesi ... per mezza giornata. 
Forse non è ancora chiaro che certi problemi andrebbero affrontati con sistemi ben diversi.

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Bulli, razzismo e saluti romani al liceo Chateaubriand di Roma, una delle istituzioni francesi all'estero più prestigiose, frequentata da rampolli di famiglie ricche e famose: è quanto denuncia la moglie dell'ex console di Parigi nella capitale, il cui figlio di 13 anni è stato vittima di violenze da parte di compagni poco più grandi e ha dovuto cambiare scuola. Un istituto da 5mila euro l'anno di retta, frequentato da figli di diplomatici, professionisti, artisti, giornalisti, intellettuali e imprenditori. E tra gli ex alunni figurano cognomi come Comencini, Vanzina, Eco e il ministro Marianna Madia. 

Ma la moglie dell'ex console francese a Roma ha voluto denunciare le vessazioni subito dal figlio. "A febbraio mio figlio, che aveva 12 anni e da tempo tornava spesso con segni di contusioni, ha avuto dolori fortissimi all'addome e l'abbiamo portato in ospedale - racconta la madre, fino a poche settimane fa dipendente del consolato francese - Era l'effetto di una tensione psicologica prolungata e fortissima. Ci ha confessato che da quattro mesi tre compagni di classe italiani di un anno più grandi lo colpivano a schiaffi e calci, insultandolo, almeno due-tre volte a settimana nella pausa delle lezioni. Lo abbiamo messo in malattia e ad aprile ha cambiato scuola, perdendo l'anno. Ha subito danni psicologici accertati. E ci sono molti altri casi simili".


Secondo la moglie dell'ex console, lo Chateaubriand non ha fatto nulla se non costringere i tre ragazzini a un compito sul bullismo. "Non è vero, abbiamo formato una commissione interna sul caso con una psicologa esterna - dice il preside Joel Lust, 25 anni di esperienza tra Canada e Madagascar, a Roma da due anni - All'unanimità ha concluso che si è trattato di episodi di intimidazione fisica e non di 'harcelement' (persecuzione sistematica). I tre sono stati sospesi per mezza giornata e abbiamo fatto incontri formativi in tutte le classi". La psicologa Sara Di Michele, membro esterno della commissione, dice che sarebbe stato utile convocare i quattro ragazzi e farli dialogare, "ma la famiglia della vittima non ha voluto".

Il preside ammette che ci sono casi di bullismo e di razzismo, ma limitati. "Come in tutte le scuole, non di più - dice Lust -. Lo scorso anno 3-4 come quello del figlio del console, uno di razzismo, uno di uso di slogan fascisti. Siamo sempre intervenuti con l'educazione". Ma per alcuni genitori membri di associazioni - la storica Ape (Associazione genitori alunni) e la nuovissima Upel (Unione dei genitori), pur con accenti diversi "il fenomeno è molto più diffuso, molti non denunciano per paura e la scuola fa troppo poco". Come hanno scritto in una lettera inviata mesi fa all'Agenzia per l'insegnamento francese all'estero (Aefe) a Parigi. La presenza di famiglie facoltose e importanti renderebbe più difficile intervenire. "E' falso - secondo il preside -, i genitori e le associazioni sono in competizione tra loro per questioni di potere e di protagonismo".



"Il razzismo e la violenza sono pratica quotidiana allo Chateaubriand - afferma invece la moglie dell'ex console francese -. 'Brutto negro' e 'Viva il duce' sono espressioni comuni. E molti lasciano ogni anno la scuola perché non vengono tutelati". 


2 commenti:

  1. Trovo vergognoso che certi ragazzi ancora non sappiano come comportarsi. Dopo tutte le volte che sentono notizie di violenza
    al telegiornale, di cui magari rimangono anche indignati, poi, quando si ritrovano tra di loro, possono compiere azioni
    di vera e propria crudeltà verso i loro simili.
    A mio avviso l'unico modo sarebbe punirli penalmente.
    Credo che sospendendoli per metà giornata questi ragazzi non capiscano affatto la gravità delle loro azioni, ma addirittura
    vadano a festeggiare per aver avuto mezza giornata libera, mentre le loro vittime riportano danni sia fisici che psicologici.
    Io questi teppisti li metterei in galera, dove sicuramente potrebbero provare sulla loro pelle le stesse sofferenze che hanno
    causato.
    Credo sia l'unico modo che può fungere da monito e prevenzione.
    Un genitore non può mandare suo figlio a scuola con l'ansia che venga malmenato sistematicamente da dei teppisti.

    Frederyc Montesano

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  2. Io credo fortemente che ci vorrebbero OBBLIGATORIAMENTE un paio di ore a settimana in tutte le scuole, a partire da quelle
    dell' infanzia, oltre ad incontri con degli psicologi.
    Già questo servirebbe tantissimo a diminuire questi casi di bullismo e si aiuterebbero molti bambini/ragazzi !
    Se queste cose accadono in scuole di tale portata, figuriamoci nelle pubbliche ! Stiamo andando a rotoli !
    Sara Neri 3^ As

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