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sabato 22 novembre 2014

Nazionalità spagnola ai discendenti degli ebrei sefarditi cacciati dal paese nel 1492.

La Camera di Madrid, dove il governo conservatore del premier popolare Rajoy ha la maggioranza assoluta come al Senato, ha approvato ieri una legge in cui si sancisce che i discendenti degli ebrei sefarditi ( Sefarad, nella lingua del popolo di Israele, vuol dire Spagna ) potranno avere la nazionalità spagnola anche senza risiedere nel Paese da due anni, come accadeva finora. La ragione l’ha spiegata il ministro alla Giustizia, Rafael Catalá: “La legge cerca di riparare all’offesa storica recata ai discendenti di chi fu espulso 502 anni fa dai Re Cattolici”. 
Per diventare anche spagnoli, poiché la legge prevede che possano mantenere la nazionalità attuale, ai sefarditi basterà presentare la documentazione necessaria online in un periodo di 3 anni . Quanti sono i possibili beneficiari, oggi sparsi in tutto il mondo? Il quotidiano madrileno Abc ha fatto i conti e stima che siano circa 3 milioni. 

Ma se la Spagna rende finalmente giustizia all’espulsione di Isabella La Cattolica e di Fernando d’Aragona (150 mila furono gli ebrei buttati fuori), rimane ancora un’ombra su quella del 1609 dei moriscos, i musulmani obbligati a convertirsi al cristianesimo dopo la Reconquista culminata nel 1492, che furono il doppio degli ebrei, 300 mila). I comunisti di Sinistra Unita l’avevano richiesta anche per loro, come aveva promesso l’ex premier socialista Zapatero. Ma la mozione non è stata accolta. “Due pesi e due misure”, ha protestato Llamazares di Iu. 

Gian Antonio Orighi, La Spagna concede la nazionalità ai discendenti degli ebrei sefarditi, "La Stampa", 21-11-14.

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Sotto, video sull'argomento:








 

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