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sabato 13 settembre 2014

Lotta alla disoccupazione. L'ennesimo flop ?

La Garanzia giovani comincia ad apparire come una montagna incantata: crescono le iscrizioni dei giovani Neet (che non studiano e non lavorano), ma non partono le offerte di lavoro e di opportunità. Sono 189.111 i giovani che si sono registrati ad oggi, 49.357 sono stati convocati dai servizi per il lavoro e 31.297 hanno ricevuto il primo colloquio di orientamento; sono solo 11.703 le occasioni di lavoro, per un totale di posti disponibili pari a 16.949. Si sa anche che 101.168 ragazzi si sono iscritti attraverso il sito nazionale www.garanziagiovani.gov.it e 87.943 attraverso i portali regionali. La provenienza geografica (residenza) dei giovani rivela che la maggior parte di loro risiede in Sicilia con 32.681 unità, pari al 17% del totale, in Campania con il 14% (26.854 unità) e nel Lazio con il 7% (13.040 unità). Queste tre regioni insieme assorbono quindi circa il 35% delle adesioni. Per titolo di studio, i giovani registrati sono così suddivisi: il 21% ha conseguito una laurea, il 56% risulta essere diplomato, infine il rimanente 23% risulta avere un titolo di studio di terza media o inferiore. Quello che appare come una fatica di Sisifo o un supplizio di Tantalo è la sproporzione tra domande e offerte reali di opportunità. Tra l’altro, secondo la rilevazione relativa a Garanzia giovani di fine luglio realizzata dall’associazione delle agenzie private (Assolavoro), infatti, su 9.424 posti di lavoro complessivi, 8.715 venivano dalle Agenzie per il Lavoro (solo 606 direttamente dalle aziende, solo 103 dai Centri per l’Impiego). Molti ragazzi del sud si sono iscritti nelle proprie regioni di residenza, chiedendo di ricevere un'offerta nei loro territori, che, si sa, sono più in difficoltà a offrire lavoro. Il 71,2% delle occasioni di lavoro è infatti concentrato al Nord, il 14,9% al Centro e il 13,8% al Sud. E’ vero anche che la residenza dei giovani non è preclusiva per la scelta della regione dalla quale ricevere il portafoglio di servizi, ma persistono ostacoli. Per esempio, proseguono le attività di presa in carico dei giovani registrati: 49.357 sono stati chiamati dai servizi per il lavoro per il primo colloquio e la profilazione, e tra questi 31.297 hanno ricevuto il primo colloquio di orientamento. Ma per spostarsi in giro per l’Italia e sostenere colloqui di orientamento un giovane deve pagare di tasca propria viaggi, trasporti e soggiorni: ciò che fa sfumare i viaggi della speranza, dal momento che il colloquio di orientamento non è un’offerta concreta di lavoro e risulta quindi scarsamente attrattivo per giovani che da tempo cercano lavoro. Insomma, c’è qualcosa che non va. E siamo a oltre quattro mesi dalla partenza (primo maggio). La stessa comunicazione appare insufficiente: un recente sondaggio rivela che l’85% dei giovani non sa nulla o quasi nulla della Garanzia giovani. Senza cercare capri espiatori, non è che il punto debole della catena possono essere proprio quei servizi all’impiego, pubblici e privati, e quella rete su cui poggia la montagna gigantesca di iscrizioni, che sono destinate a crescere? E che cosa potrebbe fare il ministero del Lavoro per attrezzare, formare, sostenere la rete dei servizi, senza la quale la Garanzia giovani rischia di diventare un flop? 

Walter Passerini, La garanzia giovani non decolla, "La StaMPa", 12-09-14.

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