Dopo quanto accaduto in Ucraina, le recenti dichiarazioni di Mosca su presunte forme di discriminazione nei confronti delle minoranze russe nei paesi baltici, non possono non suonare come allarmanti.
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La Russia non può accettare la situazione delle minoranze russofone nei baltici, in particolare in Estonia e Lettonia. E’ quanto afferma il plenipotenziario per i diritti umani del ministero degli esteri russo Konstantīn Dolgov.
Dolgovs partecipando alla Conferenza delle comunità russofone in Lettonia, Lituania ed Estonia, ha affermato che nei paesi baltici sia in atto un vero e proprio attacco nei confronti della lingua russa e del suo uso all’interno delle comunità russofone, che in Estonia e in Lettonia contano circa il 30% della popolazione.
“Noi non possiamo accettare – sostiene Dolgov – questo attacco strisciante nei confronti della lingua russa, a cui si assiste nei paesi baltici. Giudichiamo le misure che Lettonia ed Estonia stanno prendendo per avversare lo status della lingua russa e opprimerne l’uso, una grave violazione delle norme universalmente accettate sui diritti umani. La volontà di Riga di chiudere le scuole in lingua russa, che esistono in quei territori dal 1789, entro il 2018 è inaccettabile nel mondo civile.”
“La comunità internazionale – prosegue Dolgov – deve prendere provvedimenti per non consentire ai paesi baltici di proseguire nella violazione dei diritti delle comunità russofone, e per non lasciare che si accresca in questi territori un sentimento russofobo”.
Per l’esponente del ministero degli esteri russo “interi segmenti del mondo russo” corrono il rischio di andare incontro a grandi problemi nel godimento dei loro diritti civili. Dolgov ha anche sottolineato il problema dei “non cittadini”, che ancora Lettonia ed Estonia non hanno voluto risolvere, lasciando una parte consistente delle minoranze russofone in questi paesi, fuori dai diritti dei residenti.
Nei paesi baltici, in realtà, specie dopo la situazione venutasi a creare in Ucraina, si teme in particolare che la Russia possa usare anche le minoranze russofone presenti in Lettonia, Estonia e in misura minore in Lituania, per estendere la propria influenza nei baltici e destabilizzare dall’interno le democrazie baltiche.
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