Uno stralcio del decreto pubblicato sulla "Gazzetta Ufficiale" |
Signor Ministro Franceschini,
la scorsa settimana, in un discorso tenuto a Londra, il Presidente del Consiglio ha dichiarato che è giunta l’ora di “semplificare la nostra burocrazia”. Lei stesso, in una nota diffusa domenica dal Suo ministero, ha scritto che “serve un cambio di passo a favore della modernizzazione” delle regole che governano il nostro mondo dello spettacolo.
Obiettivi che è impossibile non condividere. Confortato da queste indicazioni, ho iniziato la lettura delle 113 pagine del Decreto emesso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali lo scorso 1 luglio, da Lei firmato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 191 del 19 agosto.
Un testo molto atteso dalle centinaia di migliaia di italiani che lavorano nella musica, nel teatro, nel cinema, nella danza, nello spettacolo viaggiante, nei circhi: le domande per accedere ai fondi pubblici vanno infatti compilate secondo i rigorosi parametri qui stabiliti.
Nuovi criteri per l’erogazione e modalità per la liquidazione e l’anticipazione di contributi allo spettacolo dal vivo: il titolo del decreto promette “novità” nell’assegnazione dei circa 400 milioni di euro che ogni anno lo Stato italiano destina a finanziare le attività dei nostri artisti, incaricati di tenere alta la bandiera della creatività italiana. Le enunciazioni di principio sono entusiasmanti: si indicano gli “obiettivi strategici”, si proclama la necessità del “ricambio generazionale”, la volontà di favorire “la qualità dell’offerta, anche a livello multidisciplinare” , le “competenze artistiche”, “l’interazione tra lo spettacolo dal vivo e l’intera filiera culturale, educativa e del turismo”. La rinascita italiana inizierà da qui.
Quando sono giunto al fondamentale Allegato A di pagina 39, Signor Ministro, ho letto e riletto, da solo e in compagnia, e con crescente desiderio di comprendere, perché in questa formula si nasconde l’oro, cioè l’ammontare delle somme erogate . Ma non ho capito. Ho maledetto la mia distrazione durante le lezioni di matematica a scuola, ma quella Map (media aritmetica ponderata) mi è rimasta oscura. I nostri lettori, che la vedono pubblicata in questa stessa pagina, potranno aiutarci, o ne saranno anche loro sconvolti?
Come si calcola il “punteggio massimo attribuibile all’indicatore iesimo per la definizione del valore dimensionale”? Semplice: “VD tot = (VDs1 + VDs2 + … + VD sn)”. Per i puntini di sospensione il decreto ha una vera e propria libido: “1) VD max – 2)… - 3)… - …”? Che cosa significa “verifica del valore dimensionale dei soggetti richiedenti per la costruzione di sotto insiemi omogenei”? Tranquilli: “Nel caso di presenza di un numero non sufficiente di soggetti per la costruzione di 3 sotto-insiemi, si provvederà a costituirne quanti possibile secondo le regole”.
Signor Ministro, c’è chi sta impazzendo nel tentativo di capire l’astrusità delle “regole” dell’Allegato A”. I più ottimisti, sono persuasi che un pirata informatico sia entrato nel vostro sito web, divertendosi a creare la formula pazza. Se non è così, qual è il senso di questa metafisica da Azzecarbugli crudele, se non rendere inevitabile l’errore formale e dunque bocciare le domande? E’ così che il Suo Ministero intende “semplificare” e “modernizzare”?
p.s.: perché il tutto è “fratto 40”?
Sandro Cappelletto, Vuoi ottenere fondi per uno spettacolo? Risolvi l’equazione “VD tot = (VDs1 + VDs2 + …” , "La Stampa", 89-10-14.
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